Polizze vita: 5 consigli per scegliere bene

 

Una polizza vita dovrebbe essere considerata oggi come oggi un elemento indispensabile nella vita di tutti e non un plus come molti la ritengono. Possono infatti esserci svariati casi, episodi della vita quotidiana, che avrebbero necessità di una tutela. Tutela che può essere fornita ad occhi chiusi da un'assicurazione sulla vita.

 

Quest’ultima è infatti uno strumento sicuro, di protezione, non solo per l’intestatario della polizza, ma anche per i suoi cari e per la sua famiglia in generale.

 

 

Se da un lato infatti l’assicurato si impegna a pagare la polizza ogni tot di tempo, dall’altro, la compagnia si impegna a tutelare la persona stessa, in caso di decesso dell’assicurato. Quel che preme in tal sede stabilire è quali sono i passi da seguire per selezionare la polizza vita più adatta alle nostre esigenze, atteso che, ogni contratto è a sé stante e cambia in base al singolo contraente.

 

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Abbiamo posto 5 domande agli amici di Villa Assicurazioni che operano da anni e con successo nel campo delle assicurazioni, domande che chiunque interessato ad acquistare la sua prima assicurazione sulla vita si pone:

1) Quale tipologia di polizza scegliere?

2) Quando conviene sottoscrivere una polizza vita?

3) Qual è la durata della polizza vita?

4) Quanto capitale assicurare per una polizza vita?

5) Qual è la migliore assicurazione sulla vita?

 

 

1) Quale tipologia di polizza scegliere?

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Prima di esaminare  gli elementi di cui tenere conto nella svelta di una polizza vita, è bene evidenziare, che nella categoria esistono tre specie di assicurazioni di cui all’oggetto:

. polizza caso vita;

. polizza caso morte;

. polizza mista.

 

Per quanto riguarda la polizza caso vita, essa si appresta ad essere ideale per i soggetti che intendono ricavare una rendita, oppure un capitale, al momento della scadenza. Tale tipologia assicurativa consente infatti di mettere da parte ogni anno la cifra stabilita, così da ottenere poi una risorsa economica a contratto conclusosi. A beneficiare della polizza può essere tanto lo stesso contraente, tanto un terzo soggetto indicato nel contratto all’atto della sottoscrizione.

La polizza caso morte invece, ha come requisito specifico il decesso del contraente. In pratica quest’ultimo stabilisce che dopo la sua morte, la cifra indicata nel contratto venga resa al beneficiario. Se alla scadenza del contratto, l’assicurato è ancora vivo spetta a lui riscuotere il premio e non al beneficiario.

La polizza vita mista, è una via di mezzo tra le due polizze precedenti. Questo vuol dire che il capitale assicurato venga consegnato al beneficiario, sia in caso di morte del contraente sia a scadenza di contratto (e quindi qualora l’assicurato ancora vivo).

 

 

2) Quando conviene sottoscrivere una polizza vita?

È possibile optare per questo strumento se ci sono i presupposti e le condizioni. In primis bisogna aver raggiunto la maggiore età e in alcune circostanze non si devono superare gli 85 anni.

Uno strumento del genere può essere molto valido e conveniente se ad esempio un padre non ha maturato il diritto alla pensione e vuole lasciare alla sua famiglia una sorta di sicurezza economica. O ancora se si ha un gruzzolo da parte da volere investire e da fare fruttare per il futuro.

Ad ogni modo, l’assicurato dovrebbe sempre optare per il tipo di polizza che considera più confacente per sé e per le sue esigenze, economiche e non.

 

3) Qual è la durata della polizza vita?

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Circa la durata, dipende sempre dai vincoli contrattuali stabiliti all’atto della sottoscrizione. Di norma comunque si va da un minimo di cinque anni ad un massimo di trenta. La scelta è molto personale e cambia a seconda delle considerazioni fatte sulla propria condizione. Sta di fatto comunque che le polizze sono valide fino al compimento dell’ottantesimo anno di età.

 

4) Quanto capitale assicurare per una polizza vita?

Per poter stabilire quanto capitale assicurare bisogna considerare da un lato la propria età, dall’altra le aspettative dei tuoi cari e delle tue possibilità economiche. Ad esempio, se hai deciso che a beneficiare della polizza sia tuo figlio, pensa all’uso che potrebbe farne, alle necessità cioè che la vita gli prospetta (pagamento delle rette accademiche, spese mediche, imprevisti vari e così via).

Tutto quindi dipende dall’uso che si vuole fare della somma assicurata, ma anche della capacità personale di poter fare fronte al premio assicurativo periodico. Seguendo questo criterio, si può dunque stabilire la somma da investire qualunque sia il soggetto a doverne beneficiare.

 

 

5) Qual è la migliore assicurazione sulla vita?

Abbiamo spesso ricordato come il contenuto e la portata di una polizza cambino in base alle proprie esigenze. Questo vuol dire che non esiste una polizza vita migliore di un’altra, a livello qualitativo o contenutistico. Ogni contratto ha i suoi particolari e i suoi elementi distintivi, perché costruito su misura per il soggetto assicurato in base alle sue personali necessità.

A fronte di ciò è giusto però mettere in evidenza che sarebbe inutile (uno spreco più che altro) procedere alla sottoscrizione di una polizza vita solo con l’avanzare degli anni. Questo in quanto il premio cresce con l’età: più si invecchia e maggiore sarà la somma che la compagnia chiederà al contraente per la copertura assicurativa.

Al contempo diventa vana e farebbe poca differenza sottoscrivere un contratto di questo tipo se già si hanno dei figli grandi o sposati che hanno un reddito proprio. Questo ultimi già godono di una propria fonte reddituale, e non avrebbe valore stipulare una polizza che di solito si prefigge come scopo quello di migliorare la posizione economica dei beneficiari.