Cos'è un protesto bancario e come uscirne

 

Il creditore quando si accorge che l’assegno non può essere valido o del mancato pagamento di una rata, deve fare un richiamo al debitore attraverso un richiamo ufficiale che intima il pagamento. Se questo non basta a mettere in regola i pagamenti, il debitore viene denunciato e si passa alla registrazione nel Registro di Protesto. La visibilità di questo registro è autorizzata a tutte le aziende che sono tenute a prestare denaro.

 

I motivi principali per cui ci si ritrova in questa situazione sono vari:

  • se si effettuano pagamenti con assegni totalmente scoperti;

  • se si effettuano pagamenti con assegni non completi o contraffatti nella loro compilazione e quindi non possono essere utilizzati;

  • se si ritarda la rata di un pagamento o più rate di un mutuo;

  • se si salta in pagamento di diverse rate e quindi risultano varie irregolarità su corresponsione di mutui e rate.

 

 

La cancellazione al Registro è possibile solo se ci sono condizione adeguate, l'azienda Contoprotestatiservice.it offre servizi per chi non ha la possibilità di poter cancellarsi da un protesto.

 

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Proporre una cancellazione è molto semplice, bisognerà presentare una domanda al Presidente della Camera di Commercio attraverso un modulo, la domanda dovrà essere provvista di bollo e un diritto di segreteria.

Alla domanda bisogna allegare necessariamente: il titolo in originale, l'atto di protesto e una pratica di pagamento che indichi l'importo originale del debito, gli interessi e le spese. In tal proposito, il modulo da compilare si trova nella Camera di Commercio, si può fare tramite internet, ma è consigliabile presentarsi di persona. La legge prevede che entro un anno dalla levata del protesto si può effettuare un pagamento di una rata. Le stesse modalità sono previste se si verifica un protesto illegittimo da parte del creditore.

La cancellazione effettiva avviene solo dopo che si riceve la riabilitazione, se si vuole una cancellazione immediata si dovrà richiedere al Presidente del Tribunale della provincia di residenza un'instanza alla riabilitazione e dopo richiedere la cancellazione alla Camera di Commercio.

 

Cosa fare dopo un protesto

Non onorare un titolo di credito comporta come conseguenza l'iscrizione all'Elenco Ufficiale dei Protesti. Il protesto altro non è che un atto pubblico formale attraverso cui un notaio, un ufficiale giudiziario o un segretario comunale ufficializza il non pagamento di un titolo con il quale un debitore si era impegnato a pagare una certa somma di denaro a una crta scadenza a favore di un creditore, il Presidente della Camera di Commercio competente provvederà appunto alla pubblicazione nell'Elenco Ufficiale.

 

3 sono i tipi di titolo di credito che se non onorati possono portare a iscrizione a protesto:

  • le cambiali che se pagate a vista possono essere elevate a protesto entro 1 anno o se a scadenza entro 2 giorni da essa;

  • assegno circolare con termine a 30 giorni dall'emissione;

  • assegno circolare per il quale può essere chiesto il protesto entro 8 giorni se è pagabile nello stesso Comune in cui è stato emesso, 15 giorni se il Comune è diverso.


Quello che ci chiediamo è cosa occorre fare dopo il protesto, quali sono le conseguenze e come bisogna agire nell'eventualità si abbia bisogno di avere rapporti con le agenzie di credito e le banche.

 

 

Cancellazione di un protesto di assegno

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Sono poche le differenze ma sostanziali, la cancellazione dal Registro Informatico dei Protesti non è immediata dopo il pagamento.

L'assegno è un mezzo di pagamento importante e l'obiettivo principale della legge è quello di proteggerlo. Per cui si ha il diritto alla riabilitazione solo dopo trascorso un anno dal giorno di pagamento mancante. Quindi il tuo nome resterà pubblico sul Registro per un anno anche se hai completato il pagamento.

 

Conseguenze e rimedi

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Le esigenze del mercato finanziario impongono ad ognuno di noi di intrattenere rapporti con le banche, anche per le cose più semplici come ricevere il pagamento dello stipendio oppure farsi addebitare le bollette delle utenze domestiche.

Dopo l'elevazione a protesto spesso il rapporto con le banche è inibito, non perché esista una legge che imponga agli istituti di credito di non aprire conti o prestare servizi agli iscritti all'Elenco dei Protestati, ma perché sono gli stessi enti che vedono tali soggetti di cattivo occhio.

 

 

Occorre dunque cercare di porre rimedio a questa situazione, a seconda del titolo di debito l'iter da seguire è diverso:

  • assegni: il debitore ha 60 giorni di tempo per provvedere al pagamento della somma più una penale. Se ciò non avviene il Procuratore provvederà a comunicare il protesto alla Banca d'Italia che inserirà il soggetto nel CAI la Centrale di Allarme Interbancaria e il soggetto non potrà emettere assegni per 6 mesi. Qualora invece ci sia il pagamento il soggetto presenterò un'istanza al Presidente del Tribunale e solo dopo un anno dalla levata a protesto si potrà richiedere la cancellazione all'Ufficio protesti;

  • cambiali: una volta provveduto al pagamento del debito il soggetto elevato a protesto potrà fare istanza di cancellazione del protesto presso l'Ufficio Pretesti della Camera di Commercio di riferimento.


In entrambe i casi il protesto va in prescrizione dopo 5 anni e il soggetto ha in automatico la riabilitazione.

Come detto in precedenza è possibile che si abbia bisogno di aprire un conto corrente per protestati o intrattenere rapporti bancari prima di riuscire a cancellare il protesto. Proprio in merito a questa esigenza sono molti gli istituti di credito che soluzioni su misura per tali soggetti.

Uno di questi è consultabile al sito Contoprotestatiservice.it dove potrete si av rà la possibilità di aprire un conto anche per i protestati. In genere sono conti correnti con funzionalità limitate e che permettono di fare tutte le operazioni basilari ma non di accedere a libretto di assegni o linee di credito.