Il ruolo delle banche durante la crisi economica

 

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Nella congiuntura economica che stiamo attraversando, uno degli argomenti in ambito economico-bancario più rilevanti riguarda il bail-in e l'importanza del salvataggio del sistema bancario. In riferimento a ciò giova richiamare la Costituzione che all'articolo 47, comma 1, prescrive: "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito".

 

 

Lapalissiana l'importanza del ruolo svolto, seppur tra luci e ombre in riferimento ai pochi edificanti fatti di cronaca giudiziaria che si sono susseguiti, dal sistema bancario nell'economia e, quindi, nella tenuta del sistema a livello Nazionale, Comunitario e Internazionale.

Difatti, le banche sono un soggetto economico che, nella sua funzione più importante, riceve e presta denaro. La differenza tra l'interesse pagato a fronte delle somme ricevute e quello che riceve a fronte del denaro dato in prestito costituisce il profitto. Le banche concedendo prestiti permettono gli investimenti privati a chi - non disponendo di risorse proprie - non potrebbe altrimenti realizzare un'attività economica e lavorare ottenendo così il reddito necessario al sostentamento e alla crescita sia privata (dell'imprenditore e della sua famiglia e di quelle dei dipendenti) che pubblica (della Nazione).

E' soprattutto per ciò che, sempre più spesso, si è sentito parlare dell'improrogabilità del bail-in come meccanismo di salvataggio di un Paese, del sistema bancario o di una banca dall'interno. Al bail-in si antepone il bail-out, ossia il meccanismo di salvataggio dall'esterno. Come abbondantemente spiegato su prestitiinforma.it, quest'ultimo ha rappresentato la metodologia d'intervento più praticata nell'Eurozona durante i primi anni di crisi, come testimoniato dal coinvolgimento di Stati o fondi europei nel salvataggio delle banche di Spagna, Irlanda e Germania. E' solo in seguito al drammatico aggravamento della crisi che - sia negli States che nel Vecchio Continente - a prevalere è stata la concezione di coinvolgere i privati.

Dunque, con la previsione di un fondo comune di assicurazione dei depositi (cosiddetto fondo di garanzia) si è costituita una rete di sicurezza finalizzata ad assicurare la stabilità dell'intero sistema bancario dei paesi membri dell'Europa.

 

 

Bail-in e bail-out, un po' di chiarezza

Il bail-in viene applicando seguendo una gerarchia che ha come logica che chi investe in strumenti finanziari ad alto rischio sostenga prima di altri, le eventuali perdite o la conversione in azioni, solo dopo l’esaurimento di tutte le risorse si passa alla categoria successiva.

Il primo sacrificio avviene sugli interessi dei “proprietari” della banca, quindi, azionisti esistenti, riducendo o azzerando il valore delle loro azioni. Poi alcune categorie di creditori, le cui attività possono essere trasformate in azioni con lo scopo di ricapitalizzare la banca, o ridotte nel valore, nel caso il loro azzeramento non basti a coprire le perdite.

L’ordine preciso di priorità in caso di bail-in è : 1) azioni; 2) detentori di altri titoli di capitale; 3) altri creditori subordinati; 4) creditori chirografari; 5) persone fisiche e piccole e medie imprese titolari di depositi per l’importo eccedente i 100.000 euro; 6) fondo garanzia depositi.

Il bail–out è il salvataggio di una Banca con soldi pubblici, in passato più di 4.500 miliardi di aiuti di Stato sono stati impiegati per aiutare gli istituti finanziari vicino al fallimento. Tra i Paesi Europei più solidi sotto questo aspetto ci sono Germani a e Gran Bretagna.

Un concetto molto semplice da capire quello del bail-out, dove lo Stato o altri paesi, utilizzano il denaro pubblico per mettere una pezza a istituti privati come le banche ed evitarne il fallimento, una situazione che accade, in casi estremi, anche dopo un intervento di bail-in.

 

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Tale fondo comune è finanziato da risorse fiscali ed è paragonabile ad una sorta di paracadute per le banche nel caso in cui le risorse di queste non fossero sufficienti a fronteggiare una crisi sistemica. Tale binario parallelo, escogitato dal Presidente della Bce, Mario Draghi, ha bisogno di essere avallato e sostenuto da tutti i Governi. In primis dal nostro se è vero come è vero che la condivisione dei rischi è la maniera più efficace per spezzare il pericoloso circolo vizioso tra rischio sovrano e rischio bancario. Circolo che, in momenti di instabilità economica o recessione, diventa ancora più vizioso e pericoloso per i Paesi fortemente indebitati come l'Italia. Ne consegue allora che la rete di sicurezza tesa ad assicurare la stabilità del sistema bancario europeo va accolta con favore e sostenuta perchè con essa si riconosce e tutela la funzione sociale del risparmio e quella monetaria dell'intermediazione bancaria scongiurando anche disastrose ripercussioni per i depositanti in caso di dissesti bancari.