Gestioni patrimoniali: cosa sono e come funzionano

 

Se si ha a disposizione una certa somma di denaro e la si vuole investire, il risparmiatore, tramite un mandato, può decidere di far curare i suoi interessi da un gestore. I gestori possono essere banche autorizzate, SGR (Società di Gestione del Risparmio) o SIM (Società di Intermediazione Mobiliare).

 

Le SGR sono società di gestione normalmente promosse da banche, assicurazioni e grandi società finanziarie. Prima di operare sul mercato devono avere una speciale autorizzazione rilasciata dalla Banca d’Italia.

 

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Anche per la SIM è richiesta una autorizzazione e l’iscrizione ad un albo monitorato dalla CONSOB. Trattandosi, sia per la banca che per  SGR e per la SIM di un servizio di investimento personalizzato, queste realtà definiscono insieme al cliente il miglior modo per soddisfare le sue esigenze, i suoi obiettivi e il suo profilo di rischio.

E’ chiaro che l’investitore, normalmente, ha una capacità di impegno di una cifra cospicua anche se la gestione patrimoniale può avvenire anche per risparmiatori medio-piccoli.

In questo articolo guida, sviluppato con la consulenza dell'amico Alessandro Sorvillo, esperto analista finanziario, andremo quindi a sviscerare l'argomento "gestione patrimoniale" e cercheremo di capire cos'è e come funziona, quante tipologie esistono e soprattutto quali sono i vantaggi e gli svantaggi di affidare i propri soldi a terzi sperando che generino guadagni.

 

Tipi di gestione patrimoniale

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Essendo questo tipo di investimento non un acquisto di un prodotto standard, ma un investimento tarato sulla potenzialità finanziaria del cliente e sulla sua capacità di accettare un determinato profilo di rischio, il portafoglio di un cliente sarà diverso da quello di un altro.

E’ comunque necessario, prima di affidarsi a chi gestirà il patrimonio, farsi delle opinioni qualificate per essere in grado di capire come far gestire i propri soldi per non incorrere in situazioni di cui ci si potrebbe pentire una volta affidata al gestore la gestione del patrimonio.

 

Vediamo di definire i tipi di gestione patrimoniale:

  1. Gestione Patrimoniale Mobiliare. In questo caso il patrimonio viene investito in strumenti finanziari come azioni, obbligazioni ed altri tipi di investimento come quote minoritarie di fondi comuni di investimento. Questo tipo di investimento permette di ottenere i massimi risultati ed è destinato ai grandi e medi investitori. Gli investitori, una volta definito il loro profilo di rischio, scelgono tra tre possibilità di investimento: obbligazionaria, bilanciata e azionaria. La cifra da investire è normalmente molto alta per permettere al gestori di investire su mercati internazionali, diversificando l’investimento,  in modo da ridurre i rischi per l’investitore. E’ chiaro che questo tipo di investimento ha bisogno di un periodo medio-lungo di immobilizzazione del capitale per permettere l’ottenimento del massimo risultato.

  2. Gestione patrimoniale di fondi. In questo caso il patrimonio viene investito in fondi comuni e Sicav (Società di Investimento a CApitale Variabile). Questo investimento permette di avere  una differenziazione e diversificazione dell’investimento in differenti tipi di attività finanziarie riducendo l’eventuale guadagno ma, nel contempo, riducendo i rischi. La differenza tra fondi comuni di investimento e SICAV è che i primi sono istituti di intermediazione finanziaria che hanno come scopo l’investire i capitali raccolti tra i risparmiatori, mentre i secondi sono una società per azioni a capitale variabile che permette l’acquisto delle azioni mediante la loro offerta al pubblico e quindi mentre nel fondo di investimento l’investitore è titolare di una quota del fondo stesso, nella SICAV l’investitore diventa socio della società e il patrimonio amministrato coincide con il suo capitale sociale. Questo tipo di gestione è adatto anche per i piccoli risparmiatori. L’investitore, anche in questo caso, può scegliere tra tre linee di investimento in funzione del profilo del rischio che accetta. Quindi, in questo caso, definito il livello del rischio dell’investitore, sarà lo stesso gestore a decidere sulle percentuali da investire in fondi obbligazionari e in fondi azionari.

 

 

Vantaggi e svantaggi delle gestioni patrimoniali

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Analizziamo i vantaggi e gli svantaggi delle gestioni patrimoniali.

Vantaggi:

  1. Maggiore trasparenza. Infatti l’investitore riceve un riepilogo completo di tutte le operazioni effettuate dal gestore indicando i prezzi e le quantità comprate o vendute;

  2. Maggiore controllo. Vi è maggiore controllo perché, ma non sempre avviene, l’investitore può dare disposizioni vincolanti al gestore impedendo l’acquisto di un titolo o proponendone il suo acquisto. Inoltre i rendimenti che si farebbero da soli con i fondi di investimento sono inferiori a quelli delle gestioni patrimoniali;

  3. Adempimenti fiscali. Compito del gestore è di provvedere, al posto dell’investitore, a tutti gli adempimenti fiscali che comporta l’investimento.

 

 

Svantaggi:

  1. Costi. Le gestioni patrimoniali hanno dei costi come la commissione d’ingresso, una commissione di gestione annua, una commissione sulle performance dei titoli acquistati e costi di commissioni di uscita. Quindi complessivamente una gestione patrimoniale può costare anche il 2% o il 3% annuo. In soldoni su un patrimonio investito di 100.000€ si può pagare fino a 3.000€ di commissioni e costi prima di iniziare e questo vuol dire che sui mercati andranno investiti 97.000€;

  2. Rigidità nella gestione dell’investimento. Non sempre il cliente è in grado di pilotare gli acquisti o le vendite che il gestore propone, ma a volte è il gestore che decide di acquistare il titolo che ritiene opportuno. Infatti quando si firma il contratto si incarica il gestore di investire il denaro per conto del cliente e quindi si possono dare indicazioni, ma non è possibile dirgli dove devono essere investiti i soldi del patrimonio del cliente. Infatti la banca che gestisce il patrimonio fa da consulente ma, come ogni libero professionista, si mette a disposizione del cliente per guadagnare anche lei. La banca, spesso controlla le società che creano i fondi pensione o ha accordi commerciali con società che fanno questo, potrebbe per propri interessi investire in questo tipo di fondi di investimento più che in altri che potrebbero dare un maggiore guadagno. Quindi il gestore viene meno al principio di indipendenza che invece un buon consulente dovrebbe necessariamente avere;

  3. La mancanza di continuo contatto tra investitore e gestore. Esistono due figure, quella del gestore commerciale, che è quello che si incontra in filiale e che contatta il cliente per proporgli spostamenti al suo portafoglio, e quella del gestore patrimoniale che è quello che fa le operazioni senza il consenso del cliente.