Come aprire un negozio vintage: costi, iter e requisiti

 

Il concetto di vintage, di retrò, di antiquato, sta ormai avendo molto successo ai giorni nostri e in molteplici ambiti. Questo perché la moda è ciclica, tende a ritornare, e che dunque si tratti di gioielli, borse, accessori, arredamento o abbigliamento, il fascino del passato “miete sempre molte vittime”.

 

Data questa tendenza, negli ultimi anni si è vista un’espansione dei negozi dedicati ad abbigliamento ed oggetti vintage. Conviene aprire quindi una simile attività? La risposta è sì: ecco di seguito quali sono i costi, i requisiti e l’iter da seguire.

 

 

Prime considerazioni per avviare un negozio vintage

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Il successo di questa tipologia di negozi risiede nel fatto che a prezzi di occasione, i clienti possono interfacciarsi a prodotti di elevata qualità, appartenenti anche a brand di lusso.

Per cui, aprire un negozio che vende oggettistica, mobili ed abbigliamento vintage è un investimento garantito. Per poter davvero dire che un negozio sia vintage, ciò che si vende deve essere almeno vecchio di vent’anni. Specifichiamo questo in quanto esiste pure il “falso vintage”, abiti ed oggetti realizzati in epoca moderna che imitano, richiamano o riproducono fedelmente modelli antichi e d’epoca.

Per ampliare la gamma di prodotti, rendendo anche i prezzi più accessibili al pubblico, si potrà poi optare anche per la vendita dell’usato, stando sempre attenti a scegliere capi e prodotti integri, in buono stato, puliti e di qualità.

Circa la scelta del locale, non deve essere per forza grande, né tanto meno costare molto in termini di affitto. Deve tuttavia avere una corretta destinazione, essere agibile, in linea con le normative igienico-sanitarie e di sicurezza.

Ideale è che vi sia un ampio parcheggio frontale, soprattutto nel caso di vendita di arredi ed oggettistica più ingombrante. Può bastare anche un locale da 50 mq. Se poi non si bada a spese, e i prodotti da rivendere di proprio interesse sono ingombranti (si pensi ad esempio ai mobili), avrai bisogno di una metratura minima di 200 mq.

 

 

L’iter burocratico per aprire uno shop vintage

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Prima di intraprendere l’iter burocratico e pensare praticamente all’apertura del negozio, dovresti analizzare e scegliere il format del proprio business. Che si vendano esclusivamente abiti, arredamento o un po’ di tutto, aprire un negozio vintage può permetterti sia di vendere la merce in conto vendita sia di propendere per la compravendita tradizionale.

Nel primo caso andrai ad acquistare i beni da utenti privati (si tratta di una sorta diagenzia pubblica d’affari) quindi ti poni come intermediario di vendita fra due soggetti privati. La merce viene presa in conto vendita, pagata al 50% circa del prezzo di listino e solo se effettivamente venduta, diversamente viene restituita entro 60 gg circa all'utente privato.

Nel secondo caso invece eserciti la tua attività commerciale come fosse un comune negozio. Potrai si acquistare da fornitori che comprare qualche pezzo da privati per poi rivenderlo secondo canoni che più ritieni opportuno.

Una volta stabilito che tipo di attività vuoi, puoi iniziare ad occuparti dell’aspetto burocratico. Qualora dovessi scegliere di aprire un negozio vintage come agenzia d’affari, sarà sufficiente dare denuncia di inizio attività al comune ed iscriversi quale agenzia d’affari.

Se invece vuoi avere una tua attività commerciale, dovrai provvedere ad aprire Partita Iva, iscriverti al Registro delle Imprese, dare comunicazione di inizio attività ed aprire le posizioni INPS ed INAIL.

Non devi poi tralasciare di mettere a posto tutta la documentazione inerente al locale. Devi chiedere il permesso al comune di appartenenza per esporre l’insegna e devi farti rilasciare la certificazione antincendio ai Vigili del Fuoco nel caso in cui il locale sia di dimensioni considerevoli.

 

 

Costi e Franchising

Aprire un negozio vintage richiede dei costi da sostenere. Costi che dipendono sia dal tipo di attività, sia dal tipo di merce che vendi, sia dalla dimensione del locale. Tuttavia, in linea generale, si tratta di un investimento abbastanza accessibile, a patto che si faccia rientrare nel budget iniziale la scelta del locale, l’acquisto della merce da rivendere, le utenze mensili e l’eventuale spesa per l’assunzione di dipendenti.

Diciamo che con una spesa che si aggira tra i 15 e i 390 mila euro, è possibile aprire un negozio dalle modeste dimensioni, da circa 50 mq e fornito di ogni cosa che suscita l’interesse del cliente. Di contro, per un locale di oltre 200 mq, e per la vendita di merce più importante come l’arredamento, potrebbero essere necessari anche oltre i 50.000 euro di investimento iniziale.

Facciamo un esempio pratico: per aprire un negozio vintage di solo abbigliamento ed accessori, dalle dimensioni contenute inizialmente avrai bisogno di:

  • 5.000 euro per far fronte ai primi costi inerenti il locale, i software e gli hardware;

  • 5.000 euro per scaffalature, arredi minimali, insegna, cassa, pos, ed adempimenti burocratici;

  • 5.000 euro invece per l’acquisto della prima merce e per le attività di promozione e lancio inaugurale del negozio.

 

Il franchising

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Se da solo non sai come affrontare spese e gestione dell’attività, puoi sempre propendere per affiliartiad un’azienda madre attraverso il franchising. Aprire un negozio vintage in franchising consente l’uso di un’insegna nota, permette l’attrazione più efficiente e più rapida della clientela.

Ti permette diavere supporto ed assistenza a 360° sia prima che dopo l’apertura. Sarai costantemente formato e avrai appoggio per ogni fosse, ovvero, la gestione, l’allestimento e le pratiche burocratiche.