Che cosa significa economia circolare?

 

Che cosa significa economia circolare? Nell'UE, ogni anno, si producono oltre 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti. E' in fase di aggiornamento la legislazione europea sulla gestione dei rifiuti.

 

 

Si tratta di una questione urgente che fa parte della transizione verso un'economia circolare e del Green Deal europeo.

 

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Approfondiremo l’argomento con Federico Pucci di Sistemi & Consulenze, che opera da anni a fianco delle organizzazioni che vogliono intraprendere un processo di sostenibilità ambientale grazie all’ausilio di una certificazione ambientale volontaria.

L’economia circolare è l'alternativa all'attuale modello economico lineare. Si pensa alla realizzazione di prodotti più sostenibili, alla riduzione dei rifiuti, alla possibilità di concedere il 'diritto alla riparazione' ai cittadini. Particolare attenzione viene data all'elettronica, plastiche, costruzioni ed altri settori ad alta intensità di risorse.

Votando il nuovo Piano d'azione per l'economia circolare, a febbraio 2021 il Parlamento Europeo ha chiesto misure aggiuntive per un'economia a zero emissioni di carbonio, libera da sostanze tossiche. Entro il 2030 si passerà a norme più severe sul riciclo e vincolanti sull'impronta ecologica dei materiali; entro il 2050, si punta ad un'economia completamente circolare.

 

 

Da un'economia lineare ad un'economia circolare: che cosa significa?

Il modello economico lineare, quello tradizionale, si basa sullo schema "estrarre, produrre, utilizzare e gettare". Prevede una gran quantità di materiali ed energia che si possono reperire facilmente ed a basso costo.

L'esatto opposto è l'economia circolare, un modello di produzione e consumo basato su principi di condivisione, riutilizzo, prestito, riparazione, ricondizionamento e riciclo di materiali, prodotti il cui ciclo di vita viene esteso al massimo. In questo modo, i rifiuti si riducono al minimo ed i materiali di un prodotto vengono riutilizzati generando altro valore.

Il Parlamento Europeo promuove l'economia circolare chiedendo di adottare misure anche contro l'obsolescenza programmata dei prodotti, tipica dell'economia lineare.

Siamo arrivati ad un punto in cui la domanda di materie prime aumenta a fronte di una scarsità di risorse. Le risorse essenziali sono limitate e la popolazione mondiale continua a crescere. La necessità di materie prima porta ad una dipendenza economica verso altri Paesi.

L'altro aspetto importante e preoccupante è l'impatto sul clima dei processi di estrazione ed utilizzo delle materie prime. Insieme al consumo di energia aumentano le emissioni di CO2. Le emissioni di anidride carbonica possono diminuire utilizzando le materie prime in modo più razionale.

 

I 5 principi fondamentali dell'economia circolare

La Ellen MacArthur Foundation ha definito l'economia circolare "un’economia che si rigenera da sé", caratterizzata da due tipi di materiali: biologici, in grado di reintegrarsi nella biosfera, e  tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza dover entrare nella biosfera. Si riducono al massimo gli sprechi in un sistema economico progettato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi.

 

 

Insieme all'Industry 4.0, l'economia circolare viene definita la quarta rivoluzione industriale.

Si basa su 5 principi fondamentali:

  • PaaS (prodotto come servizio);

  • Materiali innovativi e sostenibili;

  • Sharing economy (condivisione della proprietà);

  • Rigenerazione del prodotto;

  • Ciclo di vita più lungo dei prodotti.

 

I vantaggi dell'economia circolare

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Il 45% delle emissioni di CO2 è dovuto alla produzione dei materiali che utilizziamo quotidianamente. L'economia circolare ha un duplice obiettivo: riduzione delle emissioni totali di gas serra ogni anno e risparmio per le imprese.

 

I vantaggi di questo tipo di economia sono numerosi e tutti importanti:

  • Tutela dell'ambiente;

  • Migliore qualità della vita;

  • Maggiore sicurezza riguardo alla disponibilità di materie prime;

  • Maggior durata dei prodotti;

  • Risparmio di materiale e di consumo energetico;

  • Impulso all'innovazione ed alla crescita economica (si stima un aumento del PIL dello 0,5%);

  • Incremento della competitività;

  • Aumento dell'occupazione (si stima che in Europa l'economia circolare potrebbe portare 700mila nuovi posti di lavoro per i lavoratori nel settore green entro il 2030).

 

L'11 febbraio 2021 è stato approvato dall'Europarlamento il nuovo Piano d'Azione dell'Economia Circolare. L'UE punta, in particolare, su 3 attività:

  • Aumento dell'utilizzo di materiale circolare;

  • Riduzione dell'impronta dei consumi;

  • Sostegno alla crescita economica.

 

 

Quanto è importante l’azienda nel processo di transizione ecologica?

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Le organizzazioni non sono solamente importanti nel processo che ci guiderà verso l’attuazione dell’economia circolare.

Considerate le maggiori colpevoli degli impatti del pianeta, dovuti all’inquinamento, danni all’ecosistema ed all’impoverimento delle risorse, le organizzazioni sono quelle che riusciranno ad apportare maggiori risultati.

Infatti grazie alla loro ricerca ed impegno tecnologico, sostenuto dai fondi strutturali, potranno mettere in campo risorse ed esperienze volte alla diminuzione degli impatti efficientando i loro processi.

Il primo passo che deve fare un imprenditore è sicuramente quello di implementare un sistema di gestione ambientale.

 

Vediamo le norme e gli standard più utili:

  • Certificazione ISO 14001. La norma di certificazione volontaria ambientale primaria che definisce i requisiti di un sistema di gestione ambientale;

  • Certificazione EMAS. Un passo in avanti rispetto alla prima che inserisce come requisito anche gli intenti, dichiarazioni, ambientali di un’organizzazione;

  • Certificazione ISO 50001. Completamento della norma ambientale ma con focus sull’energia;

  • Valutazione della LCA. Valutazione e certificazione degli impatti ambientali di un prodotto – servizio dalla fase di progettazione, fino alla fase del suo smaltimento;

  • Valutazione del Carbon Foot Print. L’impronta del ciclo del carbonio sull’ambiente nei processi di produzione o erogazione di un servizio;

  • Valutazione del Water Foot Print. Identico a quello sopra ma con un focus sull’impronta idrica;

  • Certificazione Ecolabel. In marchio di riconoscimento della qualità ecologica europea sui prodotti e servizi;

  • Certificazioni trasversali:      

    • Global Gap. Standard di certificazione volontaria, applicabili al settore primario, che inglobalo requisiti di sostenibilità ambientale e socio economica;

    • Certificazioni Ittiche. Come quelli sopra ma nel settore ittico, Friend Of The Sea, MSC, ASC, Sistema acquacoltura sostenibile nazionale;

    • Certificazioni integrate. Standard di certificazione di produzione integrata come SNQI, oppure di sostenibilità della filiera forestale FSC;

    • Varie. Norme basate sui sistemi di gestione qualità ma che inglobano requisiti di sostenibilità ambientale in ambito ricezione, gestione delle spiagge e gestione degli eventi.

 

 

Sono molte quindi le opportunità da cogliere per cercare di salvare il nostro mondo ed è venuto il momento di mettersi a lavoro seriamente. Consigliamo agli imprenditori di fare attenzione, perché quando c’è una rivoluzione, c’è anche chi vorrà approfittarne.

In questo caso, quindi fare attenzione al fenomeno del greenwashing. Ovvero a tutti quei progetti e o realtà nati per sfruttare i fondi strutturali per l’ambiente fingendo interessamento a quest’ultimo.